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martedì 13 dicembre 2011

Pillola Contraccettiva alle suore



Se pensate che il titolo del post sia uno scherzo oppure credete che nelle prossime righe parlerò di "Suore Sexy" in versione Californication (vedi QUI se non sai di cosa parlo) allora siete doppiamente fuori strada. La provocazione, che poi come vedremo tanto provocazione non è, arriva dal “The Lancet” noto giornale britannico che si interroga sul fatto se non sia dopotutto giusto e coscienzioso prescrivere e somministrare il noto farmaco anticoncezionale alle religiose, in questo caso alle suore cattoliche. Naturalmente non per evitare gravidanze indesiderate, visto il voto di castità, ma per evitare il rischio di andare incontro a tumore delle ovaie e dell’endometrio alla luce del fatto che le donne che non hanno figli hanno una più alta probabilità di vedersi diagnosticato uno dei due tipi di cancro. I ricercatori Kara Britt della Monash University di Melbourne e Roger Stuart della University of Melbourne hanno infatti sottolineato come: “Le donne senza figli hanno più cicli mestruali delle donne con figli a causa dell'assenza di gravidanze e dell'allattamento. Più cicli mestruali ha una donna, più aumenta il rischio di cancro.”  Secondo ricercatori australiani, se la Chiesa Cattolica mettesse la pillola a disposizione delle suore, ne ridurrebbe i rischi di malattia che sono analoghi a quelli delle donne “nullipare”, che cioè nel corso della vita non hanno avuto figli: “Sarebbe un gesto che attribuirebbe alla loro condizione il riconoscimento che si meritano” è stato questo il loro commento. E’ chiaro che la questione va a creare interrogativi etici di varia natura ma fondamentalmente l’aspetto medico è assolutamente limpido e reale. Le religiose rischiano di più e se per il tumore al polmone si suggerisce di non fumare per quello alle ovaie, non potendo avere figli, si dovrebbe suggerire l’assunzione di un farmaco adeguato. Certo è che anche la pillola anticoncezionale ha effetti collaterali come tutti i farmaci, in modo particolare aumenterebbe il rischio di trombosi ma, come gli stessi autori evidenziano, la mortalità globale nelle donne che usano la pillola è del 12 per cento più bassa di chi non ne ha mai fatto uso. Il rischio di cancro alle ovaie e all'endometrio cala addirittura del 50-60 per cento in chi usa la pillola, una protezione a lungo termine che persiste per due decenni. C’è dunque da chiedersi se la chiesa non dovrebbe rivedere la sua posizione espressa nell’ Humanae Vitae del 1968, dove si dichiarò contraria a tutte le forme di contraccezione ma dove, nello stesso documento, dichiara “non illegali”sistemi usati per curare malattie anche se questi alla fine hanno effetti contraccettivi. Siamo dunque di fronte ad una sorta di “stallo” o “Mexican Standoff” per dirla in termini cinematografici. Rimane un fatto inconfutabilmente triste, nessuno dei principali media italiani, (salvo me in una delle mie dirette, ma questa è un’altra storia n.d.a) ne ha parlato perché questo paese rimane un paese bigotto, disattento e dalla struttura borbonica nonostante i governi che si alternano, nonostante la crisi, nonostante gli indignati, nonostante le bombe e i morti, nonostante tutto. Il The Lancet ha cercato di mettere in risalto un dato fondamentale, perché nella lotta al cancro, questa volta pregare non basta più.
Andrea Lupoli

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