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giovedì 10 maggio 2012

Lo stress da week end in famiglia



Il Relax del fine settimana, legato alla cessazione dell’attività lavorativa, diviene una “chimera” irraggiungibile. Tra preoccupazioni economiche, impegni dei figli, tensioni con il partner e fughe tecnologiche, armati di smart-phone e tablet, il weekend in famiglia diventa il momento principale di stress per molti italiani. Lo rivela uno studio dell'Eurodap, Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico, che da mesi tiene sotto controllo le reazioni degli italiani rispetto alla difficile situazione politico-sociale-economica che sta vivendo il nostro Paese. Gli esperti mostrano una “fotografia” amara della situazione, ottenuta esaminando le risposte di 800 persone che hanno partecipato al sondaggio on line sullo stress, pubblicato sul sito dell'Eurodap (www.eurodap.it). I I risultati che ne emergono sono preoccupanti. “La famiglia, da luogo di tranquillità dove ci si poteva ricaricare, lontano dal lavoro e dalle preoccupazioni - spiega Paola Vinciguerra, psicologa, psicoterapeuta e presidente Eurodap - oggi procura forte stress soprattutto nel fine settimana”. Secondo la Vinciguerra, responsabile dell'Unità Italiana Attacchi di Panico presso la Clinica Paideia di Roma intervistata da Adnkronos Salute, soffrono di stress da weekend in famiglia “Sia gli uomini sia le donne, anche se i primi manifestano disturbi più evidenti”. Ma in realtà questo “malessere” generale a quali sintomi è associato? La stessa Vinciguerra non ha dubbi: “Senso di soffocamento, stato di irritabilità elevato o apatia ed insonnia: sono alcuni dei sintomi riscontrati in molte persone che hanno preso parte al sondaggio online. L'origine di questo stato, aggiunge, va ricercato nella precarietà economica e lavorativa che moltissimi italiani stanno vivendo”.
Conclude infine la Dott.ssa: “La paura di perdere il lavoro, le ristrettezze economiche alle quali sono costrette molte persone, creano la sensazione di fallimento e di inadeguatezza. Gli uomini, già in ansia per la precarietà lavorativa, si sentono capofamiglia in difficoltà rispetto ai figli e alla propria compagna - spiega - ma difficilmente reagiscono a questo disagio aumentando attenzioni e gentilezze”. In effetti gli uomini, stando a tale sondaggio, si vanno sempre più a “trincerare” dietro una tecnologia rappresentata da Pc, Tablet e Smartphone, che gli offre una possibilità di evasione e li solleva dalle responsabilità coniugali che nel week end sembrano più pesanti che mai. Purtroppo la famiglia sta lentamente mutando nel tempo divenendo sempre più “specchio” di una realtà troppo difficile.

"Wendy? Sono a casa, amore! Su, vieni fuori. Dove ti nascondi?" (Jack Torrance-Jack Nicholson-Shining-)

giovedì 3 maggio 2012

Cellulare si, Cellulare no


Gli studi fatti finora sui danni dall’uso del cellulare sono sufficienti almeno a farli usare con alcune precauzioni. Lo ha affermato l’epidemiologa Devra Davis durante una lezione all’università Sapienza di Roma. Davis ha presentato alcune ricerche sull’effetto negativo delle microonde sugli spermatozoi e sul cervello, soprattutto dei bambini: «Nessuno dice che il telefonino non va usato – ha spiegato – ma bisogna cercare di limitare al massimo i rischi». Secondo la ricercatrice, che ha guidato la National Science Foundation americana ed ha vinto diversi premi per i suoi studi sugli effetti del tabacco, le ricerche che hanno escluso i rischi di tumore hanno un grosso limite: «Gli effetti sui tumori al cervello delle bombe su Hiroshima si sono visti solo 40 anni dopo – ha sottolineato – gli studi fatti finora si basano su un uso di al massimo 10 anni e da parte degli adulti. Non possiamo permetterci di aspettare i risultati fra decenni». I suggerimenti dell’esperta sono di non usare troppo il telefonino, di non farlo mai utilizzare ai bambini e soprattutto di non tenerlo troppo vicino al corpo, in tasca o nel reggiseno: «Stiamo studiano un caso che potrebbe essere emblematico – ha raccontato Davis, che ha diretto anche l’University of Pittsburgh Cancer Institute – una donna vegetariana, sportiva, con 3 figli e meno di 40 anni, fattori che proteggono dal tumore al seno, ha tenuto il cellulare nel reggiseno 4 ore al giorno per 7 anni, e ha sviluppato tre tumori primari alla mammella contemporaneamente. Potrebbe essere una coincidenza, ma secondo me è già sufficiente a destare qualche preoccupazione». L’epidemiologa ha scritto un libro sull’argomento, dal titolo Disconnect, da cui è stato tratto un documentario la cui versione italiana verrà presentata domani presso la sede dell’International Society of Doctors for Environment – Medici per l’Ambiente (Isde) di Roma.

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