Prendete quindici giocatori professionisti di pallacanestro e metteteli insieme ad altrettanti spettatori non esperti davanti a uno schermo dove scorrono le immagini di una partita. Obiettivo: individuare i comportamenti scorretti che vengono commessi in campo. Ebbene, il risultato è che gli atleti professionisti, che hanno interiorizzato le regole del basket, potrebbero tranquillamente fare a meno di avere un arbitro durante le loro partite, poiché il loro cervello è in grado di riconoscere in maniera automatica regole e scorrettezze. Tutto merito dei neuroni specchio. Come dimostra una ricerca di un team interdisciplinare del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca e dell’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibfm-Cnr) che ne ha individuato, per la prima volta, il coinvolgimento anche nella rappresentazione a livello cerebrale delle norme che regolano le azioni complesse trasmesse culturalmente o apprese per imitazione e mediante l'esercizio fisico (come il balletto, la scherma, il calcio, o il suonare uno strumento musicale).
Lo studio ('Who needs a referee? How incorrect
basketball actions are automatically detected by basketball players’
brain'), è stato appena pubblicato su Scientific
Reports,
un’autorevole rivista di Nature.com. «Mentre è nota da tempo
l'esistenza di un sistema di neuroni specchio che rappresentano e rispecchiano
le azioni intenzionali istintuali (come ad esempio raccogliere, afferrare o raggiungere un oggetto) – spiega
la professoressa Alice Mado Proverbio, docente di Psicobiologia e Psicologia
Fisiologica presso l’ateneo milanese – è tuttora poco noto come il cervello si
rappresenti le norme che regolano le azioni complesse come gli sport o le
abilità motorie che si apprendono dopo un lungo training, per imitazione, con lo
studio e l'esercizio». La ricerca si è svolta presso il
laboratorio di elettrofisiologia cognitiva dell’Università di Milano-Bicocca, ha
coinvolto sia giocatori di basket professionisti di serie C sia spettatori
inesperti, e ha utilizzato due tecniche di ricerca: la registrazione
dell’attività bioelettrica cerebrale (ERPs) e la tecnica di neuroimmagine
swLORETA (tomografia elettromagnetica a bassa risoluzione).
Nella fase preparatoria, 10
giudici di gara di serie C hanno selezionato 100 immagini con comportamenti
corretti e 100 con comportamenti scorretti (si vedano in figura 1 alcune
immagini di comportamenti corretti e scorretti). Queste immagini sono state poi
mostrate sia a un gruppo di atleti professionisti che a uno di spettatori
inesperti, inframmezzate con immagini di un campo da basket vuoto: a tutti è
stato chiesto di premere un tasto alla vista del campo vuoto, in modo che
fossero concentrati su un aspetto che prescindesse dalle competenze sportive.
Durante il test, in coincidenza della vista del comportamento scorretto, è stata
registrata un’attivazione cerebrale differente nel cervello dei giocatori
professionisti, completamente autonoma e indipendente dall’attività in corso,
focalizzata sull’immagine del campo vuoto: le risposte cerebrali hanno rivelato
come i giocatori riconoscessero automaticamente la presenza di una scorrettezza
in campo in 4 decimi di secondo, mentre i telespettatori continuavano a
rimanerne del tutto ignari (si veda la figura 2 con le diverse attivazioni
cerebrali).
È come se i giocatori
professionisti avessero interiorizzato così solidamente le regole motorie su
quali siano i gesti corretti e le azioni scorrette che queste si attivano in
maniera autonoma e indipendente dalla volontà dell’individuo. «Grazie alla tecnica di
neuro-immagine swLORETA abbiamo identificato quali popolazioni di neuroni
specchio visuo-motori rappresentano le norme che regolano le azioni complesse
(in questo caso le regole del basket) da un punto di vista motorio. La regione
visiva extra-striata specializzata nel riconoscimento del corpo umano e il solco
temporale superiore (che codifica i suoi movimenti e le intenzioni dei
giocatori) sembrano rivestire un ruolo fondamentale nell’apprendimento delle
regole sportive basate su input visivo» conclude Alice Mado Proverbio. Secondo Alberto Zani, ricercatore
dell'Ibfm-Cnr «questi risultati rivelerebbero l'importanza dell'apprendimento
visivo negli sport. L'osservazione diretta del "gesto motorio" appropriato,
infatti, rappresenta il modo più efficace di apprendimento per l'atleta,
rispetto alla descrizione verbale indiretta di quale dovrebbero essere la
postura, la tensione muscolare, la tempistica del movimento
adeguate». Questo studio rivelerebbe quindi il
meccanismo neurale del processo di apprendimento per imitazione. In particolare,
spiegherebbe il ruolo dei neuroni specchio nell’apprendimento di un’abilità
motoria: vedere un giocatore di basket che gioca, un artigiano mentre lavora, un
violinista mentre suona, avrebbe effetti immediati sulla plasticità cerebrale e
la memoria, andando a plasmare direttamente le strutture neurali specchio
coinvolte nella rappresentazione del movimento, anche in assenza di specifiche
istruzioni verbali.
"Chi non accetta il giudizio degli altri limita la possibilità di migliorarsi" -Pierluigi Collina-