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venerdì 5 luglio 2013

Il pianeta delle scimmie



"Il pianeta delle scimmie" è uno dei miei film di fantascienza preferiti. Naturalmente intendo l'unico vero film, l'originale del 1968 basato sul romanzo La planète des singes di Pierre Boulle e diretto da Franklin J. Schaffner. Tutti gli altri sono brutti film, soprattutto il remake del 2001 Planet of the Apes. Credo il più brutto film di Tim Burton in assoluto, forse anche la peggiore interpretazione di Mark Wahlberg ma non ne sono certo (nello stesso anno usciva Rock Star, sempre con Wahlberg, un altro filmaccio finto anni 80). L’idea vincente del libro, e quindi del film, è stata quella di umanizzare le “sorelle” scimmie inserendole in un inquietante contesto rovesciato rispetto alla realtà. Un mondo dove l’evoluzione ha premiato il primate scimmia a discapito di quello uomo, con buona pace di Charles Darwin. La trama in verità è più complessa ma cadrei nello spoiler e, seppur dubiti che esista qualcuno che non conosca quale sia il finale del film, taccio sul resto della trama.
Siamo quindi abituati a considerare la personalità come una delle caratteristiche fondamentali della specie umana e l’ipotesi che possa appartenere anche ad altri esseri viventi è un elemento che consideriamo solo nei film di fantascienza appunto. Ma è veramente così? In un recente studio dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Istc-Cnr), condotto in collaborazione con la Freie Universität di Berlino e pubblicato sul Journal of Research in Personality, si è dimostrato che anche i cebi dai cornetti, scimmie il cui antenato in comune con l’uomo risale a 35-40 milioni di anni fa, manifestano distinzioni individuali con comportamenti del tutto differenti in situazioni simili; quindi una personalità. I cebi del Centro primati dell’Istc-Cnr sono stati sottoposti a 15 differenti test. “In alcuni, le scimmie trovavano oggetti o cibi nuovi, in altri dovevano scoprire come ottenere o dove cercare un premio”, -ha spiegato Elisabetta Visalberghi, primatologa dell’Istc-Cnr- “La procedura, ripetuta a distanza di tempo per valutare se il comportamento fosse stabile, ha individuato 146 variabili comportamentali e 21 tratti di personalità”. La ricercatrice Elsa Addessi ha raccontato come: “Per il maschio Sandokan, un lenzuolo legato a due pali è diventato un enorme scivolo su cui giocare avventurosamente, mentre Vispo, un altro maschio dello stesso gruppo, ha cercato in tutti i modi di evitarlo, camminandoci il più delicatamente possibile”. Le differenze messe in luce, come per l’uomo, sono in gran parte indipendenti da sesso ed età. “Lo studio coinvolgeva adulti tra gli 8 e i 32 anni (dopo i 30 i cebi si possono considerare anziani) e, delle variabili considerate, solo l’impulsività è diminuita significativamente con l’età.  Abbiamo anche dimostrato che le esperienze precoci, in particolare l’essere stati allevati a contatto con l’uomo durante i primissimi mesi di vita, rende queste scimmie più socievoli nelle interazioni con i ricercatori” ha concluso Jana Uher, psicologa della ‘Freie Universität’ di Berlino.

Anche nel futuro il Raccordo Anulare di Roma rimane un problema.

Dalla ricerca si possono dedurre diverse cose: la prima è che, avendo 30 anni, per le scimmie sarei considerato un vecchio da aiutare ad attraversare i rami, al quale sbucciare le banane e da insultare per le difficoltà nella guida di veicoli “A nonno ma non lo vedi che è verde?! Ma la voi spostà sta nocciolina de macchina o dentro sta giungla ce dovemo morì?”.
Il secondo aspetto è che con le loro “146 variabili comportamentali” alcune scimmie hanno più personalità di parecchie persone che conosco.
L’ultimo dato infine, forse quello più significativo, è che grazie ai risultati registrati sul comportamento dei primati “bisognerà mettere a confronto la nostra metodologia ‘oggettiva’, basata sullo studio del comportamento, con le osservazioni ‘soggettive’, effettuate dai ricercatori che sono stati per anni a contatto con le scimmie”, ha concluso la Dott.ssa Visalberghi.

C’è dunque ancora tempo prima che il Dott. Zaius cerchi di lobotomizzarci e che si passi da questo:


A questo:



Dimenticavo per approfondimenti QUI

"L'Onnipotente creò la scimmia a sua immagine e somiglianza. Le dette un'anima e una mente, e la volle separata dalle bestie della foresta. E la fece padrona del pianeta." Sacre verità che sono di per sé manifeste. Lo studio che si addice alle scimmie è quello della scimmia. Ma alcuni giovani cinici hanno scelto lo studio dell'uomo. Sì... scienziati perversi che avanzano un'insidiosa teoria chiamata... evoluzione"  -Dr. Honorious- (Planet Of The Apes, 1968)

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