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mercoledì 12 marzo 2014

Un nuovo ospedale in Etiopia costruito grazie alla solidarietà italiana



Si è inaugurato il 16 Febbraio un nuovo ospedale, a Sheraro, cittadina nel nord-ovest della regione del Tigray in Etiopia, l’unico per la popolazione di una vasta aerea. A Sheraro e nel circondario vivono normalmente circa 50.000 persone che diventano il doppio durante la stagione delle piogge, quando convergono dal resto dello Stato interi nuclei familiari per coltivare la terra concessa dal governo. Nelle vicinanze, inoltre,  si trovano due campi profughi di eritrei fuggiti dal loro paese, che ora potranno contare su un ospedale per le numerose emergenze cliniche, certamente non curabili negli ambulatori dei campi.
In Etiopia, un Paese con oltre 87 milioni di abitanti, la mortalità materno infantile è in diminuzione, ma questo non evita che siano ancora molte le donne e i bambini che muoiono soprattutto per complicanze da parto. Il 94% delle donne partorisce senza essere assistite da personale sanitario. E per quanto riguarda l’assistenza post partum, solo il 34% ha accesso a cure e assistenza a causa le  grandi distanze e  della scarsa offerta di servizi disponibili. In questi ultimi anni il Ministero della Sanità etiopico ha investito sulla formazione delle ostetriche il cui numero è comunque assolutamente insufficiente per i bisogni del Paese.
L’Ospedale è stato finanziato nel 2011 da Mario Maiani (1925-2012) , un veterinario di Caldana in provincia di Grosseto, che ha destinato i suoi beni  personali alla costruzione di strutture sanitarie nelle aree dei Paesi in via di sviluppo  in cui non è garantito il diritto alla  tutela della salute e alla cura. Il progetto di Sheraro è l’opera maggiore finanziata da Maiani e porterà il suo nome, come richiesto dalle autorità  che gestiranno la struttura all’interno del sistema sanitario pubblico, il Tigray Regional Health Bureau, ossia il Ministero della sanità del Tigray.

Ne abbiamo parlato in modo approfondito con il Prof. Aldo Morrone, uno dei massimi esperti mondiali di Medicina delle Migrazioni  e della Povertà e di Malattie tropicali e Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma. Il Prof. Morrone ha evidenziato l’importanza di formare personale sanitario sul posto per rendere autonome e funzionanti nel tempo queste realtà ospedaliere. Un assistenza a tempo determinato piuttosto che continue donazioni di denaro spesso intascate da governi senza scrupoli.

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