Si è inaugurato il 16 Febbraio un
nuovo ospedale, a Sheraro, cittadina nel nord-ovest della regione del Tigray in
Etiopia, l’unico per la popolazione di una vasta aerea. A Sheraro e nel
circondario vivono normalmente circa 50.000 persone che diventano il doppio
durante la stagione delle piogge, quando convergono dal resto dello Stato
interi nuclei familiari per coltivare la terra concessa dal governo. Nelle
vicinanze, inoltre, si trovano due campi
profughi di eritrei fuggiti dal loro paese, che ora potranno contare su un
ospedale per le numerose emergenze cliniche, certamente non curabili negli
ambulatori dei campi.
In Etiopia, un Paese con oltre 87
milioni di abitanti, la mortalità materno infantile è in diminuzione, ma questo
non evita che siano ancora molte le donne e i bambini che muoiono soprattutto
per complicanze da parto. Il 94% delle donne partorisce senza essere assistite
da personale sanitario. E per quanto riguarda l’assistenza post partum, solo il
34% ha accesso a cure e assistenza a causa le
grandi distanze e della scarsa
offerta di servizi disponibili. In questi ultimi anni il Ministero della Sanità
etiopico ha investito sulla formazione delle ostetriche il cui numero è comunque
assolutamente insufficiente per i bisogni del Paese.
L’Ospedale è stato finanziato nel
2011 da Mario Maiani (1925-2012) , un veterinario di Caldana in provincia di
Grosseto, che ha destinato i suoi beni
personali alla costruzione di strutture sanitarie nelle aree dei Paesi
in via di sviluppo in cui non è
garantito il diritto alla tutela della
salute e alla cura. Il progetto di Sheraro è l’opera maggiore finanziata da
Maiani e porterà il suo nome, come richiesto dalle autorità che gestiranno la struttura all’interno del
sistema sanitario pubblico, il Tigray Regional Health Bureau, ossia il Ministero
della sanità del Tigray.
Ne abbiamo parlato in modo
approfondito con il Prof. Aldo Morrone, uno dei massimi esperti mondiali di
Medicina delle Migrazioni e della
Povertà e di Malattie tropicali e Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera
San Camillo-Forlanini di Roma. Il Prof. Morrone ha evidenziato l’importanza di
formare personale sanitario sul posto per rendere autonome e funzionanti nel
tempo queste realtà ospedaliere. Un assistenza a tempo determinato piuttosto
che continue donazioni di denaro spesso intascate da governi senza scrupoli.
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