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martedì 13 agosto 2013

Corri Forrest, Corri!



E' estate, fa caldo e mancano due giorni a Ferragosto; per questo eviterò lunghi post che non leggereste. Vi segnalo però due app per smartphone utili proprio in questo periodo di maggiore libertà, ma non solo.

La prima si chiama: "Nike+Running" ideale per allenarsi con la corsa. Non servono sensori o contapassi collegati alle scarpe ma basta questa semplice applicazione per trasformare il proprio cellulare in un perfetto strumento da fitness. In effetti è sufficiente l’accelerometro dello smartphone che quest’app, fiore all’occhiello di Nike, sfrutta a dovere assieme al gps. Tutto ruota intorno al running. Ogni prestazione atletica viene registrata e puoi condividerla su Facebook o sul portale dedicato Nikeplus. Puoi scegliere diversi tipi di corsa (per esempio a tempo o sulla distanza), sfidare te stesso e altre persone. Mentre ti cimenti puoi ricevere commenti social di incoraggiamento, oppure come nel mio caso insulti sulla scadente prestazione. Alla fine, la voce di un trainer virtuale ti dice se hai fatto bene e ti dà qualche consiglio utile per la prossima volta, come per esempio cambiare sport.



La seconda, sempre rimanendo in tema, si chiama: “Coach’s Eye”. L’App ti da la possibilità di riprendere la tua performance sportiva  (un rovescio a tennis, una punizione di esterno piede, un tiro a canestro da tre punti, una bracciata a farfalla) e di rivederla sullo schermo del tuo telefono cellulare a rallentatore così da correggere eventuali errori. Anche in questo caso è presente la parte social, con relativa possibilità di condivisione della prestazione sportiva. Entrambe le applicazioni sono presenti sia su Android che su iOS.


Enjoy!


“Corri Forrest, corri!” -Jenny-

mercoledì 24 luglio 2013

Arriva l'App per spiagge pulite


Fra le tante pubblicazioni scientifiche comparse in settimana ne ho trovata una particolarmente interessante visto l'attuale periodo estivo. Si tratta di una nuova App per smartphone sviluppata grazie ad una collaborazione fra i ricercatori dell’unità operativa dell’Istituto di scienze marine (Ismar) del Cnr e studenti dell’Istituto superiore "Capellini" di La Spezia. 
Premetto che l'essere venuto a conoscenza dell'esistenza di una "Unità operativa dell’Istituto di scienze marine" mi ha particolarmente colpito ed ho subito pensato potesse essere diretta dal personaggio che considero da sempre un esperto in biologia marina. Sto parlando di Aquaman


Il più sfigato supereroe della Lega della Giustizia, Re esiliato da Atlantide,
cresciuto dai delfini
e successivamente adottato dal guardiano di un faro. (Una esistenza pessima)
Supereroi a parte, parliamo di questa nuova App. “Seacliner”, questo il nome, è un’applicazione gratuita pensata per Android in grado di raccogliere e sistematizzare informazioni relative alla presenza di plastiche, vetro, legno, gomma e altra spazzatura e trasferirle ai soggetti coinvolti nelle campagne di monitoraggio e pulizia delle spiagge (associazioni ambientaliste, parchi marini, semplici volontari) tramite un database remoto. Da tempo la comunità scientifica si confronta riguardo le conseguenze dell’accumulo dei rifiuti depositati sulle rive sia sull’ambiente che sulla fauna marina in particolar modo dopo che è stata ipotizzata la formazione, anche nel Mediterraneo, di qualcosa di simile al famigerato "vortex trash" dell’Oceano Pacifico, l’enorme accumulo di spazzatura galleggiante rilevato nella regione nordpacifica e noto anche come Grande chiazza di immondizia del Pacifico


Secondo alcune stime questo ammasso di immondizia sarebbe grosso come la penisola iberica.
Temo però che la sua Ibiza sia meno gettonata rispetto a quella spagnola.

Alla luce dei dati raccolti sull’ambiente è importante monitorare gli spostamenti dei rifiuti in mare. L’interfaccia di 'Seacliner’ permette proprio questo, ossia inserire in modo semi-automatico informazioni sul tipo di rifiuto rilevato e sul luogo di monitoraggio, di fotografare e rilevare il punto di osservazione in modalità gps. Il sistema così memorizza su un database, gestito da oceanografi, dati aggiornati da un numero sempre maggiore di luoghi, un po’ come succede con le associazioni di astrofili che supportano la comunità di astrofisica.
 L’app è ancora in fase di sviluppo e in autunno è previsto un collaudo, prima della fase di test vero e proprio che si svolgerà nel 2014 e coinvolgerà studenti delle scuole superiori.

"Siamo legati all'oceano. E quando torniamo al mare, sia per navigarci che per guardarlo, torniamo da dove siamo venuti" -J.F. Kennedy-

giovedì 18 luglio 2013

Concorso trova lo Yeti e vinci un viaggio in Himalaya


Il titolo del post è molto chiaro e si riferisce ad una comunicazione ricevuta dal CNR riguardo una bella iniziativa, con abbinato concorso, con scopi seri e particolarmente importanti di cui vi parlerò fra qualche riga. Il mio primo pensiero però, visto che sono schiavo di una cultura “Pop” anni 80’ che ha forgiato la mia visione del mondo, è stato quello di associare l’Himalaya ad uno dei personaggi che hanno accompagnato la mia infanzia, come tanti nati negli anni 80’, sto parlando di lui:
  


 

Che che come la sigla ci ricorda in Himalaya ci viveva congelato dalla notte dei tempi. Dopo l’iniziale momento di euforia e di ritorno all’infanzia sono tornato lucido e approfondendo il resto della comunicazione ho deciso di condividere l’iniziativa di cui sopra. Sognate, visto il caldo di questi giorni, un viaggio in Himalaya? Le montagne più alte del mondo, una cultura affascinante, vette e ghiacciai imponenti e indimenticabili e naturalmente lo Yeti! No, non l’automobile, proprio lo Yeti, il leggendario bestione bianco misantropo e irascibile noto anche come Abominevole uomo delle nevi, che poi poverello addirittura abominevole mi sembra un tantino eccessivo che di persone molto più “abominevoli” di lui ne conosco parecchie. Insomma proprio lui, il fratello montanaro del Bigfoot per intenderci, (in realtà anche il Bigfoot vive in montagna, ma nelle foreste  dell'America Settentrionale nda).

Ma procediamo con ordine. Il Comitato Evk2Cnr ha avviato un'interessante iniziativa volta alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui temi dell’ambiente, del cambiamento climatico e della ricerca scientifica in alta quota, che saranno oggetto della prossima conferenza scientifica HighSummit Lecco 2013. Per fare questo sono state prodotte alcune video-puntate di una campagna di comunicazione sull'impatto dei cambiamenti climatici in montagna sulla vita di noi tutti. Ne sono protagonisti Mario Tozzi, ricercatore del CNR, e Alfred K. Everest, uno Yeti a cui accadono alcune disavventure legate appunto all'inquinamento e ai cambiamenti climatici. La campagna video è legata a un concorso che permette di vincere un viaggio nella zona dell’Everest, più precisamente in Nepal, al Laboratorio Scientifico Piramide, situato a 5050 metri di quota proprio nella Valle dell’Everest, nel cuore dell’Himalaya, luogo leggendariamente abitato dallo Yeti.

Personalmente sto considerando l’ipotesi di partecipare anche se non amo volare; nel caso siate interessati anche voi QUI trovate ulteriori informazioni sul contest.
In bocca al lupo, anzi allo Yeti...

mercoledì 10 luglio 2013

L'App dedicata al mondo dei cani


In principio fu la condivisione della propria posizione fisica nel mondo tramite la geolocalizzazione, possibile con quasi tutti gli smartphone, con relative foto e connessioni a Twitter e Facebook. Oggi tutto questo è possibile anche con i vostri amici cani. Arriva Advantix Dog Tag la nuova applicazione completamente gratuita di Advantix per iOs e Android che racchiude un mondo di possibilità e funzionalità: si va dalla geolocalizzazione appunto, alla condivisione di gallery, o perché no alla ricerca di nuovi amici cinofili.
Alessia Crippa Product Manager di Bayer Animal Health spiega: ''In una società in cui le persone sentono sempre l'esigenza di essere “connessi” e parte di un qualcosa, l'idea di Advantix Dog Tag ci ha subito colpito, soprattutto perché racchiude in se non solo una utility o una chat, ma un mondo di cui ciascuno possa fare parte insieme al proprio cane''.

“Si tratta - precisa - di un vero e proprio social network che ti permette la geo localizzazione ovunque ti trovi con il tuo cane e la ricerca nelle vicinanze e in tempo reale di amici a 2 e 4 zampe. Quando si e' a passeggio, grazie alla sezione Mappa, che include l'intero territorio nazionale, e' possibile 'taggarsi' e comunicare così a tutti gli user di Advantix Dog Tag la propria posizione geografica. Con un semplice click gli utenti potranno visualizzare il profilo della persona e del cane geotaggati, con le informazioni sulla razza, taglia, nome, e vedere le foto e i video dei momenti più belli del cane e del proprietario, che ognuno decidera' di condividere. Vedendo sulla Mappa tutti gli utenti “taggati” si ha la possibilità di richiedere l'amicizia, e perché no incontrarsi''.

L’applicazione utilizza un’interfaccia comoda e semplice. Dalla Home si può accedere alle sezioni Profilo, Gallery, Mappa, Calendario, Amici e Dog Care. Dopo aver installato l’app si inserisce il proprio profilo e quello dell’amico o degli amici a quattro zampe, con la possibilità di aggiornare costantemente le informazioni contenute e visualizzabili agli altri utenti. Da segnalare la sezione "Calendario" particolarmente utile perché si possono ricordare tutte le date importanti sia per il padrone che per il suo cane, come gli appuntamenti dal Veterinario e i trattamenti antiparassitari. 

Non so se sia voluto ma l'App, disponibile già da qualche giorno, esce in un momento particolare dell'anno, quello vicino alle ferie estive, periodo in cui vengono ogni anno abbandonati migliaia di cani. L'abbandono degli animali, oltre ad essere un reato penale, è un gesto di profonda disumanità. Trattare gli animali con rispetto è uno dei passi da compiere verso una società più consapevole e meno violenta. Pensateci...

venerdì 5 luglio 2013

Il pianeta delle scimmie



"Il pianeta delle scimmie" è uno dei miei film di fantascienza preferiti. Naturalmente intendo l'unico vero film, l'originale del 1968 basato sul romanzo La planète des singes di Pierre Boulle e diretto da Franklin J. Schaffner. Tutti gli altri sono brutti film, soprattutto il remake del 2001 Planet of the Apes. Credo il più brutto film di Tim Burton in assoluto, forse anche la peggiore interpretazione di Mark Wahlberg ma non ne sono certo (nello stesso anno usciva Rock Star, sempre con Wahlberg, un altro filmaccio finto anni 80). L’idea vincente del libro, e quindi del film, è stata quella di umanizzare le “sorelle” scimmie inserendole in un inquietante contesto rovesciato rispetto alla realtà. Un mondo dove l’evoluzione ha premiato il primate scimmia a discapito di quello uomo, con buona pace di Charles Darwin. La trama in verità è più complessa ma cadrei nello spoiler e, seppur dubiti che esista qualcuno che non conosca quale sia il finale del film, taccio sul resto della trama.
Siamo quindi abituati a considerare la personalità come una delle caratteristiche fondamentali della specie umana e l’ipotesi che possa appartenere anche ad altri esseri viventi è un elemento che consideriamo solo nei film di fantascienza appunto. Ma è veramente così? In un recente studio dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Istc-Cnr), condotto in collaborazione con la Freie Universität di Berlino e pubblicato sul Journal of Research in Personality, si è dimostrato che anche i cebi dai cornetti, scimmie il cui antenato in comune con l’uomo risale a 35-40 milioni di anni fa, manifestano distinzioni individuali con comportamenti del tutto differenti in situazioni simili; quindi una personalità. I cebi del Centro primati dell’Istc-Cnr sono stati sottoposti a 15 differenti test. “In alcuni, le scimmie trovavano oggetti o cibi nuovi, in altri dovevano scoprire come ottenere o dove cercare un premio”, -ha spiegato Elisabetta Visalberghi, primatologa dell’Istc-Cnr- “La procedura, ripetuta a distanza di tempo per valutare se il comportamento fosse stabile, ha individuato 146 variabili comportamentali e 21 tratti di personalità”. La ricercatrice Elsa Addessi ha raccontato come: “Per il maschio Sandokan, un lenzuolo legato a due pali è diventato un enorme scivolo su cui giocare avventurosamente, mentre Vispo, un altro maschio dello stesso gruppo, ha cercato in tutti i modi di evitarlo, camminandoci il più delicatamente possibile”. Le differenze messe in luce, come per l’uomo, sono in gran parte indipendenti da sesso ed età. “Lo studio coinvolgeva adulti tra gli 8 e i 32 anni (dopo i 30 i cebi si possono considerare anziani) e, delle variabili considerate, solo l’impulsività è diminuita significativamente con l’età.  Abbiamo anche dimostrato che le esperienze precoci, in particolare l’essere stati allevati a contatto con l’uomo durante i primissimi mesi di vita, rende queste scimmie più socievoli nelle interazioni con i ricercatori” ha concluso Jana Uher, psicologa della ‘Freie Universität’ di Berlino.

Anche nel futuro il Raccordo Anulare di Roma rimane un problema.

Dalla ricerca si possono dedurre diverse cose: la prima è che, avendo 30 anni, per le scimmie sarei considerato un vecchio da aiutare ad attraversare i rami, al quale sbucciare le banane e da insultare per le difficoltà nella guida di veicoli “A nonno ma non lo vedi che è verde?! Ma la voi spostà sta nocciolina de macchina o dentro sta giungla ce dovemo morì?”.
Il secondo aspetto è che con le loro “146 variabili comportamentali” alcune scimmie hanno più personalità di parecchie persone che conosco.
L’ultimo dato infine, forse quello più significativo, è che grazie ai risultati registrati sul comportamento dei primati “bisognerà mettere a confronto la nostra metodologia ‘oggettiva’, basata sullo studio del comportamento, con le osservazioni ‘soggettive’, effettuate dai ricercatori che sono stati per anni a contatto con le scimmie”, ha concluso la Dott.ssa Visalberghi.

C’è dunque ancora tempo prima che il Dott. Zaius cerchi di lobotomizzarci e che si passi da questo:


A questo:



Dimenticavo per approfondimenti QUI

"L'Onnipotente creò la scimmia a sua immagine e somiglianza. Le dette un'anima e una mente, e la volle separata dalle bestie della foresta. E la fece padrona del pianeta." Sacre verità che sono di per sé manifeste. Lo studio che si addice alle scimmie è quello della scimmia. Ma alcuni giovani cinici hanno scelto lo studio dell'uomo. Sì... scienziati perversi che avanzano un'insidiosa teoria chiamata... evoluzione"  -Dr. Honorious- (Planet Of The Apes, 1968)

giovedì 27 giugno 2013

BzzzZanzare



Rappresentano circa i due terzi degli organismi sulla terra, non ci fanno dormire la notte e succhiano il nostro sangue. No, non sono i politici ma le Zanzare. Come ogni estate tornano puntuali a farci visita e grazie alla presenza della specie "Tigre" sono sempre più aggressive. Ma possono creare un reale problema all'uomo?
Secondo l'entomologo Roberto Pantaleoni, dell'Istituto per gli studi degli ecosistemi (Ise) del Cnr, docente dell'Università di Sassari: "Solo una piccolissima parte causano danni diretti o indiretti all'uomo. Queste specie dannose fanno però notevoli guai, tanto da essere percepite come dominanti"

Nel mio immaginario la figura del Entomologo è da sempre quella di Gil Grissom, esperto
investigatore (ed entomologo appunto) della fortunata serie televisiva CSI

Il Prof. Pantaleoni sottolinea come: "Ci si dimentica, o non si sa, che gli insetti sono basilari in quasi tutte le catene alimentari terrestri e di acqua dolce, sono essenziali per il riciclo della sostanza organica, impollinano gran parte delle piante con fiori. La loro scomparsa provocherebbe un danno ecologico di proporzioni inimmaginabili, con l'arresto delle principali produzioni agricole, e comprometterebbe la vita sulla Terra come la conosciamo ora". 
Nonostante tutto però il fastidioso insetto rimane uno dei "nemici giurati" dell’uomo nelle caldi notti d'estate, dunque come si possono evitare le loro punture? 

Pubblicità anni 50' dell'insetticida "Micidial"
Da notare uno dei cavalieri dell'apocalisse emanato dal barattolo.
(Forse mi sbaglio però, forse è Ghost Rider)

"Le piante dette zanzarifughe, come il rosmarino e le altre piante aromatiche, hanno effetti minimi se non nulli nel tenerle lontane", precisa il Prof. Pantaleoni del Cnr. "Il modo migliore per difendersi è attrezzarsi con zanzariere, altrimenti non resta che ricorrere ai prodotti chimici di uso domestico (spray, spirali, fornellini elettrici) che però non giovano alla salute di chi ne viene a contatto. Contro le specie esofile (cioè che pungono all'aperto) diurne, invece, non vi è altro mezzo che utilizzare lozioni insettifughe. In casa inoltre è importante eliminare eventuali microfocolai domestici, come sottovasi di piante e bacinelle". Insomma la lotta continua "sulla nostra pelle" ma il dato in più da non trascurare è quello legato alla tutela di specie insettivore come lo stesso Professore ricorda. Salvaguardare i pipistrelli e la nidificazione di diversi tipi di uccelli (vedi Rondine), potrebbe rivelarsi determinante.

“Se pensi di essere troppo piccolo per fare la differenza, prova a dormire con una zanzara”
-Tenzin Gyatso- (Dalai Lama)

giovedì 20 giugno 2013

"Non avrei mai dovuto passare dal whisky al Martini cocktail"



Il titolo del post è una frase che è stata attribuita al grande Bogie (Humphrey Bogart) mentre stava morendo. Probabilmente è una delle tante leggende che servono, semmai ce ne fosse, ad alimentare il mito di uno degli attori simbolo di Hollywood. E' bello però pensare che lo abbia fatto veramente, in perfetto stile con uno dei suoi tanti personaggi; un Rick Blaine di Casablanca o un Sam Spade del Falcone Maltese. Grandi pellicole che se, cosa di cui dubito, non le avete mai viste dovete istantaneamente smettere di leggere il blog, correre a casa e recuperare la grave mancanza; poi dopo mi ringrazierete. Tutto questo per parlare di una recente ricerca, dell'università di Verona, che tratta non di Martini o cocktail ma del più nostrano vino.


Secondo uno studio sull'espressione genica delle bacche della vite, coltivate in vari vigneti italiani, un team di ricercatori, guidati da Mario Pezzotti della già citata università di Verona, avrebbero identificato i processi genetici  legati al miglioramento della qualità del vino. I geni identificati aiuterebbero le piante a fronteggiare l'impatto dei cambiamenti ambientali e potrebbero spiegare le differenti performance qualitative della vite su terreni diversi. Il team è riuscito infatti ad evidenziare vari geni ecologicamente sensibili che influenzano la qualità dei frutti, tra cui alcuni geni che regolano i processi metabolici, come la produzione di composti fenolici che contribuiscono al sapore e al colore del vino, risultati estremamente vulnerabili ai diversi climi. In attesa del “Vino perfetto” potete trovare tutti i dettagli della ricerca sulla rivista Genome Biology.

"Diffido di tutti i bastardi che non bevono" -Humphrey Bogart-

venerdì 14 giugno 2013

Di Puma, Cougar e incomprensioni


Sul New York Times è apparso qualche giorno fa un interessante articolo sul ritorno dei "Cougar". In un primo momento, complice la parte migliore di me, la prima cosa a cui ho pensato leggendo il titolo dell'articolo è stata questa:


"Il Laureato" (1967)

In realtà è stata la seconda cosa a cui ho pensato, la prima infatti è stata questa:

Ros l'esperta prostituta della serie Tv "Il Trono di Spade"
uno dei motivi principali che fanno di me un fan della serie.

Poi però, a causa del bombardamento subito dal mio cervello per colpa della pubblicità che per anni mi è stata somministrata come un dannato farmaco, nella mia mente si è formata quest'altra immagine:

Anche senza il nome del brand credo sia chiaro a quale tipo 
di abbigliamento sportivo mi riferisco. 

Solo alla fine è comparso lui:




Tutto questo malinteso si è generato per il fatto che anche in Italia, dopo le Escort e le MILF, il termine Cougar è stato sdoganato anche da noi ed indica, in forma figurata, Una "Donna adulta, di età compresa tra i trenta e i cinquanta anni, che ha abbandonato le tradizionali regole delle relazioni romantiche per cercare di conquistare il maggior numero possibile di giovani ragazzi". Ecco dunque spiegato il malinteso. Il pezzo non parlava quindi di fameliche donne dall'orologio biologico impazzito in cerca di Toy-Boy ma di qualcosa di molto diverso. Secondo una recente rilevazione il fiero felino di cui sopra, dopo aver subito una caccia selvaggia fin dai primi anni del 900', sembrerebbe sia tornato, più incazzato che mai, a colonizzare le zone delle Black Hills nel South Dakota, nelle Badlands del North Dakota e nella zona nord-ovest del Nebraska. "Ogni anno ne vediamo di più", ha detto Mark Dowling, uno dei fondatori del Cougar Network, un gruppo di ricerca senza scopo di lucro e una delle principali fonti di informazioni online sul Puma. "E 'quasi di routine ormai." ha aggiunto. Stranamente però la popolazione di quelle aree sta tollerando molto di più, rispetto a quanto successo in passato, la presenza del felino. Secondo alcuni allevatori questi predatori sarebbero molto più prevedibili dei lupi e facilmente allontanabili grazie ai loro cani pastore. "Certo non sono animali coccoloni" ha dichiarato Jw Nuckolls, proprietario di un ranch nel nord-est del Wyoming, che ha perso 15 pecore in una notte per un singolo puma ed ha subito 32 attacchi in due mesi nel 2011. Il vorace felino è capace di predare animali fino a sette volte più grandi di lui come per esempio cavalli, buoi e alci. L'approfondimento del giornalista (Guy Gugliotta nda) è molto interessante e l'articolo possiede tutte le qualità e le caratteristiche tecniche di un buon articolo di settore. Da noi in Italia sarebbe forse presente all'interno di una delle poche riviste naturalistiche ancora, per poco, disponibili in edicola. Qualora vogliate approfondire trovate l'originale QUI.

mercoledì 12 giugno 2013

Natural Born Griller



Stando alle ultime previsioni meteo, il caldo estivo è ormai imminente. Domenica è previsto l'arrivo di Ade che dal 1997 (anno in cui è uscito il film) per me ha le fattezze dell'antagonista di Hercules.

La fiamma azzurrina e "pulita" sulla sua testa mi ha sempre ricordato un noto spot della fine degli anni 80' ma questa è un'altra storia

Tutto questo per pubblicare, dopo attenta traduzione, l'email che ho ricevuto questa mattina dalla Food Standards Agency il dipartimento non ministeriale per la salute pubblica inglese. Leggetela se avevate in previsione, come il sottoscritto, una grigliata all'aria aperta. Nel caso invece vi stiate chiedendo perché la Food Standards Agency mi scrive delle email, bhè questo è un mistero difficile anche per me da comprendere.


I casi di intossicazione alimentare salgono durante i mesi estivi, i parassiti alimentari infatti possono crescere più rapidamente grazie alle temperature più calde. Mangiare all'aperto al barbecue o in un pic-nic può portare ulteriori rischi di intossicazione alimentare. Per aiutare le persone a fare in modo che il loro barbecue estivo sia senza problemi, la FSA ha stilato alcuni utili consigli di sicurezza alimentare.

Bob Martin, esperto di sicurezza alimentare presso la FSA, ha dichiarato: "La maggior parte di noi ama gustare le grigliate e in questo paese (Inghliterra nda) non capita spesso di avere il tempo giusto per goderne. Se avete in programma un barbecue, non lasciate che eventuali intossicazioni alimentari lo rovinino. Ci sono alcuni passi molto semplici che si possono adottare per evitare di essere una delle migliaia di persone che ogni anno si intossica a causa del cibo."

  • Assicurarsi sempre di cucinare pollo, maiale, hamburger, salsicce e spiedini fino a quando sono cotti fino in fondo. Nessuna delle carni dovrebbe essere ancora rosa e gli eventuali succhi dovrebbero fluire chiaramente fuori dalle medesime.
  • Se preparate il barbecue per molte persone, cucinate la carne o il pollame in forno e poi rifinite la cottura sulla griglia per insaporirlo.
  • Se riscaldate il cibo sulla griglia, assicurarsi prima che sia ben caldo prima di servirlo.
  • Marinate la carne e il pollame in frigorifero, non a temperatura ambiente. Non riutilizzare la marinata e non versatela sopra la carne cotta.
  • Carne cruda e pollame possono contenere batteri che causano intossicazioni alimentari. Per evitare la contaminazione incrociata, mantenete questi separati da salumi e altri alimenti pronti per il consumo come insalate e dessert. Non utilizzare mai gli stessi utensili e taglieri per entrambi.
  • Tenete sempre i cibi freddi con i cibi freddi e i cibi caldi con i caldi, in questo modo impedirete la proliferazione batterica.


Non vi resta che scegliere il brano che vi accompagnerà durante la vostra performance gastronomica, il mio personale suggerimento lo trovate sotto.  

martedì 4 giugno 2013

iPod contro il mal di denti


Complice un forte mal di denti che in questi giorni mi sta tormentando vado a rispolverare una notizia di qualche tempo fa sperando che nel frattempo il mio dentista, che vedete raffigurato nell'immagine sopra, abbia interrotto con il suo primo lavoro da Idraulico ma soprattutto si sia dotato dei nuovi strumenti messi in campo dalla tecnologia. Secondo diversi studi scientifici il suono del trapano del dentista rappresenterebbe la principale fonte di stress per un paziente. In Inghilterra, alla luce di tali dati, hanno ben pensato di ideare delle speciali cuffiette isolanti collegabili ad un qualsiasi riproduttore Mp3. Queste cuffie hanno la caratteristica di riconoscere, grazie ad un microfono incorporato, l’onda sonora prodotta dal trapano odontoiatrico e di filtrarla generando un’onda con una particolare estensione in grado di annullare la percezione uditiva del fastidioso e temibile strumento. Attraverso le cuffie sarà comunque possibile ascoltare la voce umana e dunque udire le parole del proprio dentista e dei suoi assistenti; il tutto “condito” dalla musica selezionata sul proprio dispositivo Mp3. Una tecnologia tutta nuova che arriva direttamente dalla Formula 1, spiega infatti Brian Millar del Dental Institute del King’s College che: “L’idea è arrivata dalla scuderia di Formula 1 Lotus che aveva messo a punto un sistema per eliminare il rumore nell’abitacolo delle monoposto durante le gare permettendo però ai piloti di ascoltare le indicazioni della scuderia e i suoni d’emergenza“. Fino a qualche tempo fa i diritti commerciali di produzione del prototipo non erano ancora stati acquisiti nonostante tutto facesse pensare ad un immediato successo del dispositivo. Personalmente spero che qualcuno quanto prima investa su questa nuova tecnologia. Nell'attesa possiamo consolarci però con l'immarcescibile "Lidocaina" che su di me ha più o meno l'effetto rappresentato nel video.



venerdì 31 maggio 2013

Come i Google Glass rivoluzioneranno, forse, la medicina -Parte 2-

Foto: David Rajaratnam tramite Google+
Nel precedente post ho cercato di riassumere cosa siano e a cosa servano i tanto pubblicizzati Google Glass (QUI nel caso non lo aveste letto). Andiamo subito al punto introdotto dal titolo del post. Alcune società americane che si occupano di salute hanno velocemente immaginato degli usi estremamente interessanti riguardo gli occhialini di Google. Tralasciando infatti l'aspetto sociale di questo strumento e le eventuali possibilità ludiche messe a disposizione; i Google Glass potrebbero rivelarsi un'arma in più in supporto a medici e paramedici ma anche, cosa fondamentale, ai pazienti.
Partiamo dal principio, qualche mese fa Google ha indetto un concorso per aggiudicarsi la possibilità di vincere un paio dei suoi super occhiali; occhiali che attualmente hanno un costo previsto di 1500 dollari (1150 euro circa). Utilizzando su Google+  l'hashtag #IfIHadGlass era possibile rispondere alla domanda: "Se avessi i Google Glass cosa ci farei?"
Molti utenti della rete si sono cimentati nella risposta, anche in modo fantasioso, alcuni ne hanno ipotizzato invece possibilità più serie. Particolarmente interessante la risposta della società Pharma Forward specializzata nello sviluppo di strategie di Marketing Digitale complesso in supporto alle società farmaceutiche, di biotecnologia e più in generale di assistenza sanitaria. La Pharma Forward, come alcuni altri utenti, ha visto nei Google Glass uno strumento in grado di offrire alcuni "super poteri" ai medici. In primo luogo i GG potrebbero fornire una prima diagnosi, del paziente, al medico che lo sta visitando. Attraverso il riconoscimento di segni e sintomi "visivi" gli occhiali fornirebbero al medico indicazioni su alcuni parametri vitali (come temperatura, pressione, polso, saturazione di ossigeno). Cosa ancora più importante il medico potrebbe avere accesso in un battito di ciglia (tanto per rimanere in tema) a tutti i dati presenti sulla cartella clinica del paziente che in quel momento sta guardando, con le relative indicazioni lasciate dai suoi colleghi, ottimizzando in questo modo i tempi e i relativi costi. Addirittura secondo la rivista on line iMedicalApps gli occhiali potrebbero: 

  • Scattare foto o registrare un video ed inviarli in tempo reale ad un medico specializzato per un consulto chirurgico. 
  • Sovrapporre esami diagnostici strumentali (TAC, Risonanza Magnetica) fornendo al medico una immediata visione d'insieme
  • Sovrapporre Coronarografie e/o Angiografie dando così la possibilità al cardiologo di controllare alcuni dati; magari durante un altro esame diagnostico.
  • Un farmacista potrebbe verificare immediatamente la presenza di un farmaco in magazzino tramite scansione della ricetta.
  • Un fisioterapista sarebbe in grado di osservare le sessioni passate con un paziente tramite registrazioni precedenti, sovrapponendo poi l'attuale gamma di movimenti e identificandone variazioni e progressioni.




La lista è molto lunga e le ipotesi di utilizzo sono vastissime. Il Dott. Daniel Kraft, esperto in telemedicina, ha commentato al riguardo: " La realtà aumentata potrebbe fare per il corpo umano ciò che i sistemi come OnStar hanno fatto per le auto. Invece di una spia di controllo motore in forza alle automobili, il sistema di realtà aumentata potrebbe avere una "luce spia" del corpo capace di indicare che è il momento di andare da un medico." L'aspetto più interessante rimane quello legato all'utente finale; al paziente. Secondo la Rivista On Line "Medical Daily"  il paziente sarebbe capace, con molta facilità, di verificare le caratteristiche del farmaco che sta assumendo; leggerne i principi attivi e gli effetti collaterali, consultare una sorta di bugiardino virtuale. Gli occhiali potrebbero così allertare il malato nel caso stia assumendo il farmaco sbagliato o lo stia assumendo in eccesso rispetto alla prescrizione medica. Infine, molto semplicemente, gli occhiali potrebbero avvertire il paziente, ad una determinata ora, che è il momento di assumere i farmaci prescritti evitando di saltare così la terapia. Non rimane dunque che attendere la fine di questo 2013 dato che la versione ufficiale destinata al mercato non sarà disponibile prima di tale periodo.


Foto: Lily Bradley tramite Google+



Foto: Inno. W. Borders, tramite Google+


Foto: Inno. W. Borders, tramite Google+





Parte 1


giovedì 30 maggio 2013

Come i Google Glass rivoluzioneranno, forse, la medicina -Parte 1-

In queste ultime settimane si sta parlando molto di Realtà Aumentata e dei fantascientifici Google Glass; gli occhiali di Google che permetteranno, secondo le indicazioni fornite dalla società Californiana, di rendere meno triste e più interattiva la realtà di tutti i giorni. In due parole i Google Glass sono dei supertecnologici occhiali con una sola lente detta prisma in cui visualizzeremo il display di controllo semplicemente guardando verso l’alto, display che risulterà distante da noi come se stessimo guardando una televisione a distanza di circa due metri. Un’asticella touchpad ci permetterà di interagire manualmente con il dispositivo che avrà integrata una videocamera con cui scattare fotografie e girare video, un microfono e diversi componenti quali Wi-Fi e Bluetooth. Il controllo degli occhiali potrà avvenire anche vocalmente, come succede sui nostri smartphone, rendendo l'utilizzo ancora più veloce e diretto. Grazie a questi "occhialini" oltre alle citate possibilità si potrà consultare la posta elettronica e i social network, si potrà accedere alle applicazioni oppure fare videochiamate con i nostri amici. Inoltre, ed è forse la novità più interessante, saranno in grado di darci indicazioni ed eventualmente supporto in qualsiasi punto della città fornendoci informazioni in tempo reale su meteo, strade, percorsi e vie alternative in caso di problemi.

Il video rilasciato da Google ci viene in soccorso:

Più complesso ancora è entrare nel dettaglio di quello che rappresenta la Realtà Aumentata, un concetto che si sposa con la Mixed Reality. La Mixed Reality altro non è che la fusione della realtà virtuale (tanto di moda nei film fine anni 90') con la realtà vera e propria. Si parla infatti di Realtà Aumentata quando il "mondo reale" rappresenta il fattore predominante.

Fondamentalmente la fusione fra questo:
Tratto dal film: "Il Tagliaerbe"(The Lawnmower Man)
Se non lo avete visto avete fatto bene  
E questo:


Si è molto parlato delle possibilità "social" di questi Google Glass ma poco delle possibilità legate alla Telemedicina e al supporto che tale strumento potrebbe dare a medici e operatori del settore. Nel prossimo post cercherò di approfondire questo innovativo aspetto grazie ad alcuni progetti statunitensi.

Parte 2

mercoledì 29 maggio 2013

"A long time ago, in a Blog far, far away..."



Per una lunga serie di motivi, più o meno validi, ho tralasciato pesantemente il blog. Oggi un giornalista serio e blasonato mi ha detto che ho fatto male e mi sono subito sentito in colpa. Cercherò di recuperare un pò di lettori visto che attualmente mi leggono solo in alcuni paesi dell'Est che devono avere un sistema di traduzione fantastico che migliora di molto i contenuti; forse un lascito della dittatura.
Quanto prima tornerò a postare amenità varie riguardanti i consueti temi di Scienza, Salute e Tecnologia.
Non ringraziatemi, lo faccio per tutti noi.

"Tutti i miei credi religiosi sono basati su Star Wars" -Mike Dirnt-

mercoledì 27 febbraio 2013

Mamma Peste


Dopo aver cancellato almeno un terzo della popolazione europea fra il 1347 e il 1352 la “Peste Nera” torna a far parlare di se, questa volta però sotto una nuova veste. Secondo uno studio pubblicato su Nature e condotto utilizzando Dna estratto da vittime della Morte nera del Trecento, le epidemie contemporanee possono aver avuto origine proprio nel Medioevo e proprio dalla Yersinia Pestis (questo il nome dell’agente eziologico della Peste Nera). La mappatura del genoma del bacillo che causò la peste nel Trecento ha permesso, infatti, ai ricercatori diretti da Johannes Krause dell'Universty of Tubingen (Germania) di confrontare il profilo genetico del batterio antico con quello dei batteri moderni. Una ricerca in parte anticipata recentemente, con uno studio pubblicato su 'Pnas'. Grazie alle nuove tecnologie, che permettono la ricostruzione e la mappatura del Dna da campioni antichi, i ricercatori hanno potuto sapere di più sulla “Morte nera”.
“I dati del Dna dimostrano che questo ceppo batterico è l'antenato di tutte le pestilenze presenti oggi nel mondo e che ogni attuale focolaio di infezione deriva da un discendente della peste medievale” afferma Hendrik Poinar, genetista della McMaster University, tra gli autori dello studio.  
Quell'epidemia fu infatti un esempio chiave di un'infezione emergente, caratterizzata dalla rapida diffusione e dall'elevata mortalità. L'analisi indica inoltre che la Morte nera fu il principale evento storico responsabile dell'introduzione e della disseminazione a livello globale dei ceppi del bacillo ancora circolanti. Non solo, “Grazie ad una più approfondita conoscenza dell'evoluzione di questo patogeno letale - aggiunge Poinar - si apre una nuova era per la ricerca sull'infezione”. Secondo Johannes Krause, dell'Università di Tubinga, (l’altra prestigiosa università che ha partecipato allo studio nda) “Usando questa nuova metodologia sarà possibile studiare il genoma di ogni patogeno del passato. Questo ci darà una visone più dettagliata dell'evoluzione dei patogeni umani e delle pandemie storiche”.

"La carestia, la peste e la guerra sono i tre ingredienti più famosi di questo mondo" -Voltaire-

mercoledì 2 gennaio 2013

Scomparsa Rita Levi Montalcini


Come primo post dell'anno mi sarebbe piaciuto scrivere qualcosa di diverso ma non potevo astenermi dallo scrivere poche righe in ricordo di Rita Levi Montalcini. Non l'ho mai conosciuta personalmente ma ho avuto in passato la fortuna di poter studiare, con alcuni suoi collaboratori, il lavoro che le valse il Nobel nel 1986; il tanto citato NGF (Il fattore di crescita delle cellule nervose) in un'aula universitaria che portava da sempre il suo nome. C'è poco da dire riguardo la grandezza della sua straordinaria mente, i suoi studi rimangono un pilastro formidabile per la scienza medica tutta. Forse il miglior modo per ricordarla è leggere uno dei suoi libri. Il mio consiglio è (come già segnalato in passato) "L'Asso nella manica a brandelli" (Baldini&Castoldi) un viaggio nell'inverno dell'uomo (la vecchiaia) senza buonismi e senza riflessioni consolatorie ma visto con gli occhi della grande scienziata e con una prospettiva dopotutto estremamente positiva.


"A me nella vita è riuscito tutto facile. Le difficoltà me le sono scrollate di dosso, come acqua sulle ali di un'anatra." -Rita Levi Montalcini-

Di seguito il comunicato stampa del Prof. Luigi Nicolais Presidente del CNR:

"La comunità scientifica perde oggi un autorevole esponente che nella   sua lunga intensa vita ha testimoniato con straordinaria lungimiranza   e fermezza il valore e l'importanza della ricerca scientifica. A lei dobbiamo tanto. Ha sostenuto, formato, entusiasmato, generazioni di   giovani talenti,  abbattuto pregiudizi, liberato energie, spianato   percorsi, fatto della ricerca un baluardo di democrazia.Per questo e  non solo, è difficile sintetizzare in una breve dichiarazione il vuoto che lascia nella comunità scientifica e in noi tutti, indipendentemente dalle competenze e dai ruoli", dichiara il  presidente del Consiglio nazionale delle ricerche, prof. Luigi  Nicolais. "Rita Levi Montalcini ha rappresentato, al di là di ogni  retorica, un pezzo di storia: per lo straordinario valore delle sue  ricerche, che hanno consentito di acquisire nuove e fondamentali conoscenze, attestato dal premio Nobel, e per la sua testimonianza umana. Di lei ricordiamo oltre allo straordinario contributo scientifico, il costante e nobile impegno in campo sociale e l'impulso etico che ne hanno animato l'intera esistenza. Costretta a espatriare dalle leggi razziali, Levi Montalcini è tornata a svolgere la sua attività in Italia, dimostrando in tal modo il legame profondissimo che la univa al nostro paese. E' per noi motivo di commosso orgoglio ricordare, in questa triste occasione, la sua prolungata collaborazione con il CNR: dal Centro di Ricerche di neurobiologia, al Laboratorio di Biologia cellulare, fino all'Istituto Europeo di Ricerca sul Cervello-EBRI".
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